"Bellis perennis": margheritina dei prati

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Bellis perennis

Grazie alle temperature piacevoli di questi giorni e l’arrivo a breve della primavera favorisce la fioritura di questa piccola piantina erbacea, i cui fiorellini bianchi spesso vengono colti dai bimbi come dono alle loro mamme. La ​Bellis perennis ​, appartenente alla famiglia delle ​Asteraceae ​, deve il suo nome al latino e ovviamente agli antichi Romani che, come ci indica Plinio il vecchio, già conoscevano e la chiamavano appunto “margherita”. Il nome scientifico deriva dal latino “​bellus” ​ (derivante da “bonus” ​ = buono) con il significato di grazioso,bello,carino e “ ​perennis” ​ per il ciclo vitale, mentre in inglese è “daisy” (day’s eye= occhio del giorno, per la capacità di riaprire le corolle al sorgere del sole). La pratolina comune cresce in tutto il territorio italiano, in prati umidi così come negli incolti e nei giardini dal livello del mare fino a circa 2000 m di quota. È una pianta infestante e come tale spesso viene eradicata, ma se ci fermassimo solo un attimo a pensare alle enormi qualità di questa erbacea, la tratteremmo e la guarderemmo in un modo del tutto nuovo.

Le sue proprietà sono note sin dall’antica Roma. I chirurghi, si dice, mandassero gli schiavi a raccoglierne sacchi pieni per estrarne il succo e bagnare così le bende da utilizzare in caso di ferite. Inoltre proprio perché il fiore della margherita o pratolina simboleggia e preannuncia la primavera, molti pittori, dal Botticelli al Ghirlandaio a Gentile da Fabriano, la facevano figurare nei dipinti e negli affreschi che ricordavano la nascita di Cristo e l’adorazione dei Magi, dove si alludeva alla “primavera” della Redenzione. Anche il suo pistillo solare, giallo oro e i petali che trascolorano dal bianco al rosa delle punte, alludono al nuovo sole primaverile. Il bianco simboleggia il candore dell’alba che sfuma nel rosato della primissima aurora.

Addirittura il poeta Giovanni Pascoli la cita in una sua poesia “​Bellis perennis ​” in ​Nuovi poemetti: ​

“​Chi vede mai le pratelline in boccia?

Ed un bel dì le pratelline in fiore

Empiono il prato e stellato la roccia (…)

È il verno, e tutti i fiori arse la brina

Nei prati e tutte strinò l’erbe il gelo:

Ma te vedo fiorir, primaverina.”

Nel linguaggio dei fiori evoca Candore, Innocenza, Grazia, Bontà. Fin dal Medioevo le sono state attribuite facoltà profetiche in amore,sicché è diventato luogo comune sfogliarlo dicendo a ogni petalo: “M’ama, non m’ama”. All’amore è dedicata anche un’altra usanza medioevale, oggi scomparsa: le dame riconoscevano in pubblico di essere amate quando concedevano al loro cavaliere il privilegio di ornare lo scudo con due margherite. Pensate ancora che questa piantina infestante e decisamente poco o per nulla considerata, debba essere eradicata, strappata e calpestata?

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