Sta per arrivare la primavera. Quanti di noi l’avranno sentito dire in questi giorni e difatti sembra proprio che la bella stagione sia alle porte, basta fare una passeggiata in un parco pubblico per accorgersi di quanti piccoli e bei fiorellini hanno già fatto capolino. Proprio per festeggiare l’arrivo del sole e delle temperature piacevoli vi parlo di questo piccolo fiore giallo-arancio a cui nessuno,forse, avrà fatto caso e che cresce spontaneamente in parchi pubblici, terreni incolti e soleggiati, vigne, lungo i bordi delle strade e nei sentieri dal livello del mare fino a 600 m di altitudine. La Calendula arvensis , appartenente alla famiglia delle Asteracea (la stessa delle margherite) è presente in tutta la penisola italiana e cresce spontanea dalla zona mediterranea fino alle zone submontane. Il termine “Calendula ” deriva dal latino “ calendae ” che, per i Romani, indicava il primo giorno di ogni mese. Questa pianta fiorisce ogni mese in primavera, continuando a fiorire tutti i giorni dell’anno. Ma potrebbe anche derivare dal termine “calendario”, perché la corolla si apre spontaneamente al mattino per poi chiudersi al calar del sole, indicando, così, il ritmo del giorno. Nel Medioevo proprio per questa sua caratteristica veniva indicata come “soli sponsa”, “sposa del sole”, e si diceva “(…) se al mattino i suoi fiori restano chiusi significa che durante il giorno pioverà (…)”.
Questa pianta erbacea presenta elementi importanti a fini erboristici, come polisaccaridi, alcoli triterpenici, calendulosidi, fenoli, glicolisi triterpenici, cumarine, saponine, beta-carotene, resine, mucillagini e molto altro, sopratutto nei capolini quando inizia la loro fioritura. Il pigmento giallo invece, è ricco di licopene, carotene, luteina e xantine (che danno il colore aranciato). Le foglie sono ricche di vitamine e sali minerali. Nel Medioevo la Calendula arvensis fu utilizzata dalla medicina popolare per i suoi effetti benefici, ma fu poi dimenticata per molto tempo, fino ai tempi moderni. Grazie ai suoi principi attivi questa erba ha proprietà antiflogistiche, antispasmodiche, diaforetiche, antisettiche, cicatrizzanti. In molte zone viene usata come infuso per alleviare i dolori mestruali e regolare il ciclo. Insomma la calendula è una delle piante più versatili e conosciute in erboristeria.
Anche in cucina questa pianta si scopre essere utile come sostitutiva dello zafferano, in quanto dà un colore giallastro ai piatti. Questa piccola pianta erbacea, anche se infestante e per molti quasi insignificante è invece una scoperta continua tanto è vero che ancora oggi in India questa specie di calendula e le altre, grazie ai colori vivaci e solari delle corolle si usano per decorare i templi indù. Pensateci ogni volta che andrete un parco o la vedrete ai bordi delle strade.